Un periodo di appannamento non può cancellare quanto di buono fatto dai bianconeri in due mesi di campionato, con la vetta della classifica raggiunta dopo 7 giornate a braccetto di Bra ed Albenga. Trovarsi lassù tra le favorite ha portato alla paura di volare? Forse, ma più probabilmente turni infrasettimanali, rinvii e squalifiche hanno ridotto energie fisiche e mentali. In passato le cose sono andate però anche diversamente, con i bianconeri a confermare i verdetti delle prime domeniche.
La miglior serie iniziale resta quella in Prima Categoria della squadra di Mariani a cavallo del nuovo secolo: 10 vittorie nelle prime 10 giornate, la Bolanese già staccata alla quarta giornata e poi di 12 punti a fine torneo, il biglietto di sola andata per la Promozione ad aprile, con la coppia Celeri-Casaleggi autrice di 38 reti.
Altrettanto splendidi i 10 successi e un pareggio in apertura della stagione 1960-61 sempre di Prima Categoria: il duello vinto con il Pontedecimo grazie ad un rigore di “Milietto” Podestà all’ultima giornata venne però vanificato dallo sfortunato spareggio con l’Albenga che costò l’accesso alla Serie D.
Anche le 8 vittorie all’esordio del girone spezzino di Prima Divisione 1951-52 (la quinta categoria dell’epoca) valsero un pronto ritorno in Promozione per i bianconeri dell’allenatore-giocatore Aldo Zucchero, che piegarono la resistenza della Santerenzina. Nel 1975-76 la Lavagnese di Pattaro e Zucchero duellò dalla prima domenica con la Sammargheritese in un campionato che le avrebbe promosse entrambe, dopo la beffa dell’anno prima ad opera del Borgoratti.
In autunno la fuga solitaria scalda gli animi dei tifosi e accende la percezione che rigori accordati, palloni salvati sulla linea e défaillances delle antagoniste siano le “combinazioni astrali” perfette per mantenere il primato, ma gli ostacoli verso il traguardo compaiono spesso dietro l’angolo. Nel 1954-55 il morale dei 21 punti nelle prime 12 gare di campionato andò sotto ai tacchetti dopo il derby di S. Stefano perso 2-1 al Comunale di Chiavari.
Nel 1979-80 i bianconeri di capitan Semenza si fecero rimontare dall’ACSA Bacezza i tre punti guadagnati con le prime 6 gare e dovettero aspettare l’anno dopo (con mister Rota) per la cavalcata verso la Promozione dopo essersi scrollati di dosso a novembre i rivali dell’ANPI Casassa.
Nel 1991-92 la testa della classifica condivisa con la Sestrese frutto dell’imbattibilità iniziale di 12 partite si frantumò dopo la sconfitta casalinga con la Sanremese, che emerse come vero e proprio schiacciasassi di quel torneo di Eccellenza.
Anche nei più quotati campionati di Serie D, a fianco di nobili decadute, l’Unione ha dimostrato di farsi rispettare dopo lo start ai blocchi di partenza. Nel 2007-08 6 vittorie la spinsero fino al terzo posto dietro alle corazzate Biellese ed Alessandria solo perché la Commissione Disciplinare non accolse il ricorso per lo 0-1 di Sanremo nella gara d’esordio; nel 2012-13 un’altra “bega” giudiziaria (la posizione irregolare di França) cancellò la vittoria con il Villalvernia ed il primato ad appannaggio del Chieri (13 punti contro 12). Per tre volte tra il 2014 e il 2017 lo scatto in vetta, in compagnia rispettivamente di Caronnese, Sporting Bellinzago e Ponsacco, si è tradotto a maggio in piazzamenti onorevoli nella parte sinistra della classifica.
Come recita un vecchio slogan, per vincere ci vuole una buona partenza e si spera che i punti messi in cassaforte da settembre siano il prologo per l’obiettivo stagionale, in questo caso una tranquilla salvezza.
Articolo, interviste e foto a cura di Gianluigi Raffo
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