1990. L’anno zero del calcio cittadino, dopo la fusione tra U.S. Lavagnese e S.S. CaveseFossese, riparte dall’A.C. Lavagna. Nuova la maglia, che diventa biancoceleste e ornata dallo stemma comunale, mantenuta parte della dirigenza, che mette a capo il presidente Lorenzo Garibaldi. La rosa, di tutto rispetto, mantiene gli elementi migliori dei due sodalizi fondatori ed è diretta dal trainer bianconero Roberto Baretto.
Con Entella Bacezza e Sestri Levante sotto tono, si può ambire ad essere tra le protagoniste del campionato di Promozione e puntare almeno alla settima posizione, utile per partecipare al nuovo torneo di Eccellenza che partirà la stagione successiva. I primi mesi sono tuttavia costellati da rovesci inattesi (Vezzano e Garibaldina) e dissidi interni. Senza l’appoggio della stampa (la capolista Pontedecimo pareggia nel finale al “Riboli” scatenando l’ira dei dirigenti contro i giornalisti, rei di parteggiare per le squadre genovesi) e con Baretto ai ferri corti con la società, l’A.C. Lavagna ritrova smalto solo a fine anno, grazie ad una difesa sempre più solida e all’innesto del ventenne trequartista Andrea Dagnino, in prestito dal Legnano. Il girone di ritorno si trasforma in una rincorsa allo spasimo per raggiungere il Pontedecimo dell’allenatore-giocatore Fabrizio Gorin, che annovera nelle sue file gli ex Bernardi e Celeri. A fine marzo il sorpasso, ma i granata (con una partita in meno) aspettano in casa i lavagnesi per riconquistare la vetta. Si gioca di sabato con i tifosi finalmente entusiasti e arrivati sugli spalti del “Grondona” con il pullman organizzato dalla società. La partita è giocata su un terreno allentato dalla pioggia e si trasforma sorprendentemente in un monologo biancoceleste: al quarto d’ora Dagnino danza leggiadro nel pantano, penetra in area granata e mette in rete nonostante la deviazione di Spadavecchia. Gorin cambia la marcatura sul “Principe” sacrificando invano Armano, ma è su tutte le furie. “Partita importante” dice il terzino dell’epoca “Ricky” Dondero “che non aveva bisogno di grandi discorsi da parte di Baretto. Ricordo bene che la svolta fu l’ingresso in campo di Gorin che, con la scusa di fare riscaldamento, seguiva tutte le azioni da bordo campo. Ripreso dall’arbitro si era trovato costretto ad entrare facendo uscire Armano fino a quel momento uno dei più positivi”.
Nonostante gli infortuni di Vaira e Dagnino, la squadra si mantiene quadrata fino al 90’ e va a festeggiare il primo posto sotto lo spicchio di tribuna tigullina. Perderà poi lo spareggio per l’accesso in Interregionale, ma la splendida cavalcata del girone di ritorno (12 vittorie e 2 pareggi) aveva dimostrato come i giocatori fossero stati più forti delle critiche e delle beghe societarie.
Ecco il tabellino della grande impresa del 20 aprile 1991:
Pontedecimo – Lavagna 0-1 (0-1)
Rete: 12’ aut. Spadavecchia.
Pontedecimo: Valpreda, Bossi, Piredda, Armano, Spadavecchia, Atzori, Barbieri (40’ Gorin), Bernardi, Viviani, Formoso, Piu (70’ Celeri). All. Gorin.
Lavagna: Vassallo, Dondero R., Calani, Ninivaggi, Rossi P., Frugone, Garbarino P., Vaira (39’ Grosso), Brustia, Dagnino (70’ Ghione D.), Argenziano. All. Baretto.
Arbitro: Amato (Pisa).
Articolo, interviste e foto a cura di Gianluigi Raffo
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