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STORIE IN BIANCONERO - IL PERSONAGGIO: SERGIO GUAZZI


Sergio Guazzi, il portierone bianconero.

Volava da un palo all’altro, spostando sempre in avanti l’asticella della parata impossibile, per la voglia di migliorarsi, ma anche per stupire divertendosi.

Sergio Guazzi, nato a Lavagna il 22 luglio 1935, crebbe nel vivaio dell’Unione e debuttò nel 1952 in Promozione, dopo aver vinto sedicenne il Campionato di Seconda Categoria con la neonata Fossese.

Impegnato agli esordi (1951) con la divisa della Fossese.

I senatori bianconeri (“Nanni” Raffo, Zucchero e Torta) lo imposero come successore di Rebora ed il ragazzo non tradì, sfoderando prove superlative. Un fugace passaggio alla Sammargheritese e poi il rientro a Lavagna, in una squadra che il pubblico adorava: “In difesa io, Giancarlo Mordini e Renato Mazzarello facevamo sessant’anni in tre…” racconta il portiere “ma poi c’erano gli estri di “Milietto” Podestà, Emilio Guidoni (che caratteraccio, il suo!) e Dario Torrini e le reti del romano Alivernini prima e dei fratelli Angeli dopo”.

Al coraggio nelle uscite e all’innato senso della posizione, abbinò l’intuitività sui tiri rasoterra e sui rigori: il tutto in un fisico compatto, irrobustito dalla passione per il canottaggio (partecipò al Palio delle Repubbliche Marinare). Ma Sergio, in largo anticipo sui tempi, sapeva giocare il pallone anche con i piedi, specie con il destro. Chiamato al servizio di leva a Firenze, si fece notare durante un match tra reclute dal presidente dello Stia e disputò una stagione con gli aretini come centravanti realizzando nove reti. Poi una stagione al Rapallo in IV Serie prima del ritorno nella “Beiga” (1958-59) con qualche presenza come ala destra e nel tabellino dei marcatori (suo il 2-0 alla Pegliese su rigore). Convocato più volte nella rappresentativa ligure di categoria, lasciò un buon ricordo di sé anche in Serie D nel Sestri Levante, dove chiuse la carriera.

1° marzo 1959: Lavagnese-Rivarolese 1-1. Guazzi schierato ala destra. Da sinistra in piedi: Zucchero (all.), Raffo G. (“Caraffa”), Guazzi S., Monti I., Peirano, Nicatore, Minetto, Rivarola (dir.). Accosciati: Pescio, Carletti G., Parma G., Barale, De Vita.

Restò poi vicino alla Lavagnese con diversi incarichi: preparatore dei portieri (sotto le sue cure anche Vittorio Raffo), responsabile del settore giovanile e dirigente; passò ai figli la passione per il calcio. Il primogenito Marco collezionò qualche presenza come mediano dell’Unione tra il 1981 e il 1984, il secondogenito Luca fu portiere professionista (“era più completo e reattivo di me” precisa il padre), arrivando all’apice con la Coppa Italia disputata con il Genoa nel 1987-88. Qualche anno dopo l’infortunio patito per un’entrata di Rudi Völler, l’allenatore Wildon Torrini lo convinse a difendere i pali del suo Lavagna (1992) e a… rinnovare il legame della famiglia Guazzi con i colori bianconeri.

Da sinistra, il mediano Marco Guazzi (campionati 1981-82 e 1983-84) ed il portiere Luca Guazzi (1992-94).

Articolo, interviste e foto a cura di Gianluigi Raffo

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