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STORIE IN BIANCONERO - IL PERSONAGGIO: PIER LUIGI GAVIGLIO

6 giugno 1976: Lavagnese-Monegliese 3-1. Promozione raggiunta per il presidente Pier Luigi Gaviglio, portato in trionfo dai suoi ragazzi a fine gara.

Il presidentissimo Stefano Compagnoni è solito affermare che “La Lavagnese appartiene ai lavagnesi”, ma ci sono stati periodi in cui essere dirigente lavagnese dell’Unione significava soffrire ed immergersi in una vera e propria missione.

Proprio mezzo secolo fa, le scorie della retrocessione in Prima Categoria condussero il presidente Pietra a lasciare le redini del club a Pier Luigi Gaviglio, un quarantenne ristoratore ed albergatore milanese di Porta Romana giunto in Riviera con la famiglia due anni prima. “Fui contattato da Nitto Bacigalupo” ricorda Gaviglio “ed invitato a partecipare all’assemblea dei soci presso la Sala Rocca. La situazione di bilancio era drammatica… si parlava di portare le chiavi del campo sportivo al Sindaco. Il Consiglio forse vedeva in me… un Berlusconi: fatto sta che mi ritrovai di colpo presidente, con i vice Gerolamo Pietra e Giuseppe Pianello ad occuparsi della parte tecnica”.

Una figura adeguata, insomma, fuori dalla mischia, per una gestione di salvataggio. L’aspetto distinto, il completo impeccabile in giacca e cravatta, il grande entusiasmo fecero breccia a poco a poco nella diffidenza verso il “foresto”, permettendo nel contempo al neo-presidente di promuovere l’attività del suo Hotel Grattacielo di via Rezza, già a contatto con il mondo sportivo, perché sede del ritiro di parecchie società, tra cui le avversarie di Entella e Sestri Levante.

“Ai lavagnesi interessava solo vincere” aggiunge Gaviglio: con Pattaro allenatore, Zucchero direttore tecnico e gli innesti di Semenza, Giordan, Ricciotti e Mauro Stagnaro, la squadra si propose subito ai vertici del campionato 1974-75, riuscendo l’anno dopo a centrare il ritorno in Promozione, con gli ulteriori arrivi del bomber Giglio e Franco Sambuceti (dal Genoa).


Lavagnese - Savona 23 Aprile 2017 - Luca Tabbiani Allenatore
Nei locali dell’Hotel Grattacielo, Gaviglio stringe la mano all’attaccante Carlo Giglio (prelevato dal Genoa), uno degli acquisti più importanti della sua gestione.

La Lavagnese prima di un’amichevole con la Sampdoria nel dicembre 1975Da sinistra in alto: Pattaro I. (all.), Sambuceti P., Tuletti Gi., Semenza, Stagnaro Ma., Gaviglio Pier Luigi (presidente), Sambuceti F., Mantovani, Ricciotti, Berisso (dirigente). Accosciati: Sambuceti A., Scotto E., Tiraboschi, Giglio (con Gaviglio Mario), Milone.

L’esperienza da problematica in partenza si rivelò travolgente: onorando la promessa ai “santi” di inizio stagione, il presidente raggiunse in bici a Chianciano Terme i formidabili ragazzi della juniores, che stavano disputando le finali nazionali. Il club, tramite l’attenta campagna acquisti-cessioni e le iniziative collaterali a sostegno, si risanò con l’autofinanziamento, tant’è vero che i componenti del Consiglio Direttivo vennero esonerati dall’esborso di contributi. La maglia andò incontro ad un inedito maquillage: comparve il logo, le tradizionali righe bianconere sparirono (ricorda Gaviglio: “fu un’idea mia… perché sono sempre stato milanista ed antijuventino….”), ricalcando il girocollo e le maniche nere su fondo bianco della Germania Ovest campione del mondo. Un “diario di bordo” di tutte le gare con i pagellini stilati dal presidente era oggetto di discussione in settimana, stimolando il gruppo a fare meglio. L’Hotel Grattacielo divenne il punto di ritrovo per cene e premiazioni sociali: il colorato tabellone con le foto di Mariuccia delle squadre ospiti ed ovviamente della Lavagnese campeggiava all’entrata.


La divisa dell’era Gaviglio (a destra Tullio Semenza), priva delle righe verticali, prese spunto da quella della Germania Ovest campione del mondo 1974 (a sinistra Gerd Müller).

La rosa allestita per il torneo di Promozione 1976-77 andò tuttavia incontro a parecchie difficoltà: la mancanza di risultati risultò fatale per le sorti di “mister” Pattaro, che venne avvicendato dal giocatore-allenatore Adelio Colombo. Nonostante la salvezza raggiunta, le critiche rispetto al leggero disavanzo e la diatriba infinita con il Comune per la costruzione della palestra nella zona degli spogliatoi portarono il presidente a fare un passo indietro, ma tuttavia, precisa, egli accettò di rinnovare la carica “per non vedere morire la società, offerta invano alla cordata guidata da Adolfo Clerici”. Nata sotto foschi presagi, la stagione 1977-78 si dimostrò ancora peggiore della precedente, con cambi di guida tecnica ed un’annunciata retrocessione, che portarono alle dimissioni di Gaviglio e al suo ritiro dal mondo del calcio.

Il finale non cancella l’emozione per quegli anni che posero le basi, per sé e per la sua famiglia, del legame con Lavagna, città nella quale ancora oggi abita.


Un estratto del dettagliatissimo “diario di bordo” del presidente Gaviglio, con pagellino e rassegna stampa.

Articolo, interviste e foto a cura di Gianluigi Raffo

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