STORIE IN BIANCONERO - C’ERAVAMO TANTO AMATI: LA DURA LEGGE DELL’EX
- Ufficio Stampa Lavagnese
- 2 apr
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Nel calcio moderno, le rose cambiano sensibilmente anche nell’arco della stessa stagione. Uomini-bandiera come Avellino sono merce rara, nessun giocatore promette ormai al suo arrivo eterno amore ad una società. E’ più facile invece trovare sulla distinta della domenica inattesi ex, come i tre che hanno timbrato le recenti sconfitte in Coppa e in Campionato della Lavagnese: prima D’Orsi con una beffarda punizione a Ravenna e poi la coppia Lionetti-Cericola nella sfida con il Ligorna. Qualcuno si è rivelato una meteora, qualcun altro è arrivato a Lavagna onusto di gloria conquistata altrove.
E’ il caso ad esempio di “Lello” Gatti, vero trascinatore dell’Entella negli anni Trenta e leader assoluto nella classifica marcatori della società chiavarese. Tornato nella “Beiga” nel dopoguerra, la trascinò sui perigliosi campi della serie C, punendo sempre i biancocelesti dal 1946 al 1949 nelle partite casalinghe.

Qualche decennio dopo (1990) Paolo Rossi, scattante difensore a dispetto di un fisico compatto, colpì l’Entella Bacezza, nel cui vivaio era cresciuto sotto le cure di Giorgio Piazza, con un diagonale da fuori area che sbloccò il risultato sul finire di gara.

L’amore promesso per un club insomma è eterno… finché dura, fin quando arriva una diversa proposta, un “gioco di prestigio” del procuratore o la chiamata di un vecchio compagno per inscenare scelte di vita o inaspettati tradimenti.
Anche gli incroci con il Sestri Levante hanno regalato nel tempo episodi succosi. A ridosso del Capodanno del 1957 il big-match per la testa della classifica si concluse con un inaspettato 4-0 per i corsari: qualcuno fece però notare che la difesa bianconera contava su Righetti (portiere), Giovanni Bo, Minetto e “Caraffa” Raffo, tutti elementi originari della Bimare…. Nel 2005 fece particolarmente scalpore l’addio dalla panchina bianconera di Costanzo Celestini. Le lusinghe del presidente rossoblù Mario Arioni cancellarono in un batter di ciglia due campionati straordinari per gioco, entusiasmo e risultati, come dimostrarono il 5-0 e 3-0 in Coppa Italia e 2-1 in campionato ad una Lavagnese rimasta stralunata. Curioso però che nel ritorno al “Riboli” di quella stagione a regalare tre punti fondamentali in chiave salvezza ai bianconeri fosse stato Matteo Menini, attaccante omaggiato dalla tifoseria ospite da un ironico striscione di saluto. Nel novembre 2013 il giovanissimo Davide Balestrero non trovò posto nei piani di Dagnino e l’Unione lo cedette al Sestri: appena un mese dopo risultò decisivo nel derby con un pallonetto che beffò l’uscita avventata di Parma. Compagnoni lo riprese nel 2015-16 nella stagione chiusa con il terzo posto, poco prima che il centrocampista centrasse il lancio tra i professionisti, culminato con la serie B nella Feralpisalò.

Pure Andrea Croci passò da Sestri Levante, dove segnò una doppietta da ex nel 3-3 del 2019, in mezzo a due esperienze in bianconero.
Ancora più scalpore destò l’addio di un monumento bianconero come Ivo Pattaro agli inizi degli anni Ottanta: dopo 326 presenze e parecchi anni da allenatore, sposò il progetto di rinascita della Fossese ’78, arrivata sotto la sua guida a spodestare in classifica la Lavagnese nella Promozione 1983-84. Tifo spaccato in due in città e rivalità alle stelle. Ben si ricorda di quel periodo un “figgiu de Lavagna” come Claudio “Nitto” Bacigalupo, il cui erede Andrea Bacigalupo, non propriamente un attaccante, non smette in questi anni di spaventare l’Unione. Nel 2016 la sua rete consentì al Viareggio di completare la rimonta sui tigullini, che vincevano 0-2. La Lavagnese lo prelevò qualche mese dopo, ma lo lasciò libero a fine stagione. E lui, forse piccato, ricominciò a dare il meglio di sé tutte le volte che rivedeva i colori di casa, segnando nel 5-0 del Savona al “Riboli” (2018) in Coppa Italia e nel 4-2 interno del Vado (2020). Attualmente è in forza al Ligorna, che ha fatto, a testimonianza della maledizione, bottino pieno contro i bianconeri nel presente campionato.

La lista è lunga e non può essere esaustiva: una citazione la meritano però i girovaghi del gol, gli attaccanti che da nord a sud hanno segnato reti con più di dieci squadre in carriera. L’ala Giulio Valente, apparso in bianconero appena maggiorenne nel 2011-12, è stato implacabile marcatore contro i suoi ex compagni nelle file del Derthona (2013) e della Fezzanese (2019). La punta scuola Empoli Diego Frugoli (2017-18) non diede le garanzie sperate nella Lavagnese 2017-18 di Venuti, mentre si rivelò letale la sua doppietta nel 3-1 del Pont Donnaz al “Riboli” (2022).

Articolo, interviste e foto a cura di Gianluigi Raffo
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